In occasione del MittelCinemaFest a Budapest si potevano vedere i film italiani più riusciti del 2016 al cinema Puskin e al Tabán. Tra questi c’era anche Il film intitolato Piuma di Roan Johnson che mi è piaciuto tanto e di cui vorrei darvi un assaggio ora.
Piuma racconta la storia di due diciottenni che devono prendere una grande decisione. La ragazza, Catè rimane incinta del suo ragazzo, Ferro proprio prima di dover affrontare l’esame di maturità. I due, conclusi gli esami, vogliono intraprendere un lungo viaggio insieme ai loro amici coetanei attraverso il mar Mediterraneo, passando per Barcellona e giungendo infine a Tangeri, Marocco. Pur essendo incinta, Catè vuole partire, però a causa del rischio di perdere il bambino, decide con il suo ragazzo di rimanere a Roma per tutta l’estate. Appena tornati dall’avventura, gli amici vanno ad una festa e vi portano anche Ferro, che deve resistere alla tentazione della bellissima argentina. Volendo evitare di tradire la sua fidanzata chiama Stella, amica della famiglia che lavora come fisioterapista e che non cura soltanto il nonno di Ferro, ma seduce anche il ragazzo dopo aver fumato insieme una canna. I problemi si moltiplicano dopo quest’episodio, perchè anche Stella rimane incinta del giovanotto.
I genitori di Catè, cioè suo padre e la matrigna non si fanno troppi problemi, sapendo quant’è cocciuta la loro figlia quando si mette in testa qualcosa, invece quelli di Ferro non ricevono la notizia della gravidanza così tranquilli. Sono completamente l'opposto dei genitori di Catè, hanno una casa carina, sono raffinati, come dimostra il loro abbigliamento; il padre di Catè oscilla da un lavoro all’altro, viene sempre lasciato dalle sue compagne, personifica il padre immaturo, che viene sempre mal pagato però, pur essendo povero e negligente, cerca di aiutare sua figlia in un modo o nell’ altro. Anche la mamma di Ferro viene presa dall’istinto materno e dopo aver visto una villa in Toscana decide di rimanere a Roma per tutta la vita pur di aiutare sua figlia a crescere la bambina. Il padre non è così docile, non sopporta la trascuratezza nè in suo figlio nè nel padre di Catè. Vuole solo chiudere la storia, andarsene in Toscana e realizzare i propri sogni.
Il titolo del film, Piuma ci preannuncia qualcosa di leggero, di facile e infatti con questa leggerezza si svolge tutto il film. Non vediamo una ragazza scioccata per il fatto di essere rimasta incinta, ma una donna assennata che sa cosa vuole, che si assume serenamente la responsabilità dei propri atti. Avendo già abortito, sa che dopo una seconda operazione non avrebbe le stesse possibilità di avere un figlio, per cui decide di tenere la bambina. Poichè già prima dell’arrivo della piccola devono risolvere parecchi problemi, gli viene in mente di farla adottare. Entrambe le famiglie sono in macchina per recarsi dall’avvocato, quando di scatto Ferro fa fermare il furgone e la coppia si guarda in faccia. La decisione è presa, devono essere loro a crescere la figlia, non altri. Il film si conclude con la scena di un campo tutto inondato dal sole dove i due giovani si buttano, che simboleggia il gettarsi nella grande impresa di mettere su famiglia.
Il film è fatto da giovani per giovani. Viene toccato un tema abbastanza delicato, la gravidanza da adolescenti che costituisce un grande problema attuale. Possiamo osservare nel film un altro punto, la noncuranza, prima nel comportamento di Ferro, poi ancora in un personaggio maschile, però più vecchio, il padre di Catè. La questione potrebbe essere fino a che punto si può rimanere negligenti? C’è un limite d'età? Quando si devono prendere le proprie responsabilità? Già da giovani o basta farlo più tardi? Il messaggio presupposto del film è che ognuno senza eccezioni prima o poi matura e scopre che la propria vita dipende solo da se stessi. Pur trattando un tema difficile, ci sono parecchie scene comiche che rendono il film una tragicommedia piuttosto che un dramma. Lo raccomando a tutti, ai giovani per poter trarne un insegnamento, agli adulti per poter rievocare qualche ricordo della propria giovinezza.
Kovács Eszter
Piuma (2016, 98 minuti). Regia: Roan Johnson. Sceneggiatura: Roan Johnson, Ottavia Madeddu, Carlotta Massimi, Davide Lantieri. Produttore: Carlo Degli Esposti, Nora Barbieri, Nicola Serra. Fotografia: Davide Manca. Scenografia: Mauro Vanzati