La crisi globale causata dal COVID-19 ha avuto un profondo effetto sul mondo come lo conoscevamo. Non possiamo più tornare alla nostra solita normalità, ma possiamo crearne una nuova, diversa e distante, affinché possiamo essere ancora vicini.
Da ciò ha preso spunto la mostra intitolata COME VIVREMO IN UN PROSSIMO FUTURO? | How will we live in the future?
È una domanda alla quale Adolfina de Stefani, con la collaborazione di Guenda Mai, ha provato a dare non una, ma più risposte, grazie alla partecipazione di artisti che, alla luce di questa situazione, hanno dovuto ripensare alla loro arte in un nuovo spazio, ovvero quello digitale.
Adolfina de Stefani, laureata alla facoltà di Architettura di Venezia, è attiva nel campo artistico già dalla seconda metà degli anni ‘60 in numerosi ambiti disciplinari; è coinvolta in svariati progetti e collaborazioni parallele. Il suo lavoro nasce da una serie di riflessioni sui linguaggi delle arti visive, con particolare attenzione all’utilizzo dei mezzi multimediali per creare nuove relazioni tra spazio, tempo, immagini, suoni, pubblico e performance. Cerca di fare luce sul fenomeno del corpo come elemento fondamentale della performance, sul magnetismo che provoca al fruitore e di renderlo come documentario aperto ad un pubblico dal vivo. I momenti improvvisati diventano materia centrale dalla quale creare nuove possibilità di movimento del corpo, lasciando libera interpretazione e interazione con un pubblico spettatore. Nei suoi gesti converge tutto il suo immaginario dal segno urbano alle tracce di storie impossibili, a pensieri interiori, creando una sensazione emozionale pura e una nostalgia per un futuro più equilibrato.
L’iniziativa di Visioni ALTRE ha dato – e darà in altre mostre – una nuova voce agli artisti che si sono esibiti non solo nel linguaggio tradizionale, ma anche portando delle novità che hanno coinvolto nello stesso spazio espositivo il pubblico. Inoltre, alla mostra espositiva si sono affiancate serate ad eventi dedicati ad altre forme d’arte, quali musica, poesia, video, performance.
La sperimentazione artistica è stata, dunque, il fulcro della mostra che si è tenuta dal 18 maggio al 15 ottobre 2020 a Campo del Ghetto Novo a Venezia, uno dei campi più rappresentativi di Venezia per la sua storia e luogo di grande interesse culturale per la presenza di diverse gallerie e spazi espositivi.
Scelto per molteplici mostre, il Ghetto Novo è facilmente raggiungibile a piedi dalla Stazione ferroviaria o da Piazzale Roma, o tramite vaporetto Actv (fermata: Guglie).
La creatività e l’arte sono state fondamentali per la rinascita dell’Italia in passato e lo sono anche oggi. In un Paese che ha voglia di ricominciare tali iniziative artistiche e culturali continueranno ad avere un gran successo anche nella loro versione digitale.
Maria Puca