A Poetry and Discovery nemzetközi költészeti mozgalom 2016. december 3-ára szervezte meg első nagyszabású akcióját a milánói Börze előtti lépcsőkre. Az eseményen a milánói, itáliai és kisebb részben nemzetközi költői színtér több tucat szereplője vett részt, többek között Tomaso Kemeny, Angelo Tonelli, Flaminia Cruciani, Roberto Barbolini, Endre Szkárosi, Ottavio Rossani, Paola Pennecchi, Francesco Macciò, Amos Mattio, Bianca Garavelli és Giancarlo Micheli. A bensőséges atmoszférát teremtő zenei betétekről Daniele Dubbini és Raffaele Nobili gondoskodtak, fuvolán, illetve hegedűn. Szőcs Géza levélben küldött költeményét a helyszínen olvasták fel.
A felolvasások és performanszok mellett a tudatosan vagy véletlenül érkező nézők örömmel konstatálták az eseményt, és így hallgatták meg Tomaso Kemeny, Flaminia Cruciani, Paola Pennecchi és Pietro Berra alkalmi beszédeit is.
Alla Casa della Poesia di Milano, il 1 dicembre 2016, la Direzione Artistica del Movimento Internazionale Poetry and Discovery, ha motivato la nascita del Movimento e annunciato il giorno, l'ora e il luogo della prima azione "Affari Poetici" che ha avuto luogo il 3 dicembre dalle ore 15 in Piazza degli Affari a Milano sulle scale davanti alla Borsa.
Alla manifestazione poetica hanno partecipato dozzine di poeti della scena milanese, italiana e, in piccola parte, internazionale. Fra l’altro Tomaso Kemeny, Angelo Tonelli, Flaminia Cruciani, Roberto Barbolini, Endre Szkárosi, Ottavio Rossani, Paola Pennecchi, Francesco Macciò, Amos Mattio, Bianca Garavelli e Giancarlo Micheli. Degli intermezzi musicali da alta e intima atmosfera si sono presi cura Daniele Dubbini (flauto) e Raffaele Nobili (violino). Géza Szocs ha inviato una poesia che è stata letta.
Accanto alle letture e performances poetiche, il pubblico arrivato con intenzione o per caso ha assisstito con voglia all’evento, e ha potuto seguire i discorsi di Tomaso Kemeny, Flaminia Cruciani, Paola Pennecchi e Pietro Berra.
Citiamo il discorso di Tomaso Kemeny.
“Oggi, come sempre, ci vuole del coraggio per tentare di vivere all'altezza dei propri sogni. Forse il coraggio non è che l'arte di avere paura senza farlo vedere. Del resto il fondamentalismo economico è spaventoso e oggi devasta le bellezze dell'esistenza, come già è stato profeticamente evocato da Dante nella terzina (Canto XVII, vv.1-3) che segue:
“Ecco la fiera con la coda aguzza,
che passa i monti e rompe i muri e l'armi!
Ecco colei che tutto 'l mondo appuzza!”
Poetry and Discovery nasce dal lavoro di poeti che per 5000 anni hanno sognato di cambiare l'esistenza e il mondo. Ora è giunto il momento di svegliarsi e di sforzarsi a trasformare i propri sogni,a occhi chiusi o aperti, in azioni per cambiare, più che possibile, il mondo, il mondo globalizzato dal fondamentalismo economico, la “sozza froda”come lo definirebbe Padre Dante.
Come già disse Torquato Tasso l'uomo degno di essere tale è “sponte sua, non viclis aut legibus”, cioè non per vincoli e leggi, ma spontaneamente (autenticamente) deve cercare di trovare se stesso.
Non aspettiamo quindi mirabolanti riforme istituzionali, ma diffondiamo l'energia poetica (che da secoli emana dalla lingua poetica italiana) con azioni disinteressate ed eroiche tali da riuscire a trasformare l'io narcisistico epocale in un Noi autentico.
Se le rivoluzioni, prima di degenerare, assumono una connotazione eroica e poetica, oggi nel contesto di una civiltà sull'orlo indecoroso del tramonto, la poesia come tale risuona come rivoluzionaria nel riuscire a risvegliare le energie del pensiero, l'immaginazione e l'entusiasmo esistenziale e altruistico, tracciando i confini di un cosmo (cosmos è termine inaugurato da Pitagora per significare un ordine universale ideale), un cosmo sorto dall'indecente caos contemporaneo.
Nei momenti più alti e forti la poesia si contrappone al tempo storico che, esiliando i valori fondamentali, devasta, muta e cancella tutto; è la poesia che può donare ai lettori sensibili quella libertà in cui la loro anima, in un attimo fuggevole, assapori l'idea di eternità, si diffonda nello spazio/tempo sublimi.
Come poetica, si ritiene che la poesia sia tale se il poeta riesce a superare gli ostacoli da lui stesso posti, non essendovi, oggi, un canone universale. Come gli uccelli riescono a volare, superando la resistenza dell'aria, così il poeta trascende la propria soggettività misurandosi con i limiti auto-imposti, rinnovando il vigore delle parole diventate obsolete attraverso valori ritmico-prosodico-metrici, evitando, così, di sbrodolare espressioni di apparente autenticità.
“La musique savant manque a notre désir”, scrisse Rimbaud, “la musica sapiente manca al nostro desiderio”, ecco abbiamo bisogno di questa nuova musica, nata dallo scontro della nostra immaginazione e i limiti formali auto-imposti.
Il 3 dicembre, davanti alla Borsa di Milano, abbiamo manifestato contro il Dio Denaro, contrapponendo alla sua Tirannia l'energia poetica, intesa come dono, la poesia appartenendo a nessuno e a tutti. La pratica del dono, come modello di comportamento, favorisce l'irruzione della bellezza nel mondo governato dagli interessi del gretto Homo Economicus. L'Homme Donneur; l'Uomo Donatore, l'uomo risvegliato, rifiuta il Mercato come destino e persegue l'arte di vivere in armonia con gli altri e il cosmo. Si oppone al delirio imposto dalla concorrenza, all'utile immediato.
Se l'amore non può essere collettivo, unendo due esseri innamorati, l'amore diffuso dalla parola poetica porta a un Noi, a un futuro fondato sui valori della bellezza. La nostra civiltà ha smarrito la diritta via assolutizzando il Denaro, misura di ogni cosa, morte di ogni valore in favore del controvalore in moneta.
Per noi la poesia in azione tende a mutare l'esistenza e il mondo. Il fatto è che ancora pochi accolgono in sé la forza infinita dell'utopia che la grande poesia rivela.”
olaszissimo